Il 6 novembre 1829 il Cimitero Generale di Torino (benedetto il giorno prima da Monsignor Colombano Chiaverotti) aprì i suoi cancelli per accogliere i defunti che per primi ebbero l’onore di essere seppelliti nel nuovissimo camposanto della città: Giacinto Bastia, Rosalia Mussino, Anna Massero e Costanzo Biolé.
I cari estinti torinesi dovevano attraversare un fiume per raggiungere la loro ultima dimora dall’abitato. Infatti il feretro, posizionato su una carrozza e seguito dal corteo funebre, doveva passare sul ponte di Corso Regio Parco costruito sulla Dora Riparia.
Molte volte a noi torinesi capita di percorrere a piedi o in macchina questo ponte, che non conserva alcuna memoria del suo antico uso, anche perché quello attuale non corrisponde affatto al ponte di un tempo, calpestato dai cortei funebri e quindi testimone di molte meste processioni. In origine era in legno e veniva sovente distrutto dalle piene, ragion per cui fu ricostruito più volte, l’ultima nel 1814. Questo ponte ligneo fu distrutto per l’ultima volta nel 1837 e nel 1849 ne venne edificato uno nuovo più solido, in laterizio. Costo: 60.000£. Avendo questo ponte una larghezza limitata, se ne decise l’abbattimento nel 1967 e la sostituzione con l’attuale in cemento armato.
Il vecchio ponte di Corso Regio Parco era soprannominato “pont d’le bene” o “ponte delle benne”. Perché? Due sono le ipotesi:
- probabilmente addossate al ponte in legno erano delle capanne. Capanna in piemontese si dice “bena”, quindi: “pont d’le bene” significa “ponte delle capanne”;
- le benne sono contenitori ribaltabili montati su carretti e usati per il trasporto di materiali vari. Forse sul “ponte delle benne” transitavano spesso carretti che portavano all’abitato materiali utilizzati nei cantieri reali o cittadini.
L’ipotesi più accreditata è proprio la seconda, in quanto nella “Relazione a Sua Maestà” presentata nel 1757 dall’Azienda Fabbriche e Fortificazioni si parla di “carrettini conducenti la sabbia” presenti su questo ponte.
Tempo fa si poteva sentire qualche torinese che diceva:
“Ha passato in carrozza il ponte delle benne”
La frase, che oggi non ha praticamente più senso, era una sorta di eufemismo che stava ad indicare la morte di una persona e quindi il viaggio fatto per raggiungere l’estrema dimora: per moltissimi torinesi il primo e l’ultimo della vita fatto in carrozza!
Testi © Manuela Vetrano. Se desiderate utilizzare questo materiale scrivete a: info@lacivettaditorino.it. Immagini dal testo: Angia Sassi Perino – Giorgio Farraggiana, I ponti di Torino, Edizioni del Capricorno 2002
Ricambio il saluto, ma come mai il mio commento e la risposta non compaiono con gli altri ?
Salve Rodolfo, sì, il suo commento compare. Prima si vedono i commenti di coloro che hanno scritto tramite Facebook. Il suo (lei mi ha scritto tramite email) è subito dopo. Dia un’occhiata in fondo.
Interessante la storia del ponte di corso Regio Parco, ma a me risulta che il “Ponte delle benne” sia quello che attraversa la Dora in corrispondenza di via Reggio. Ricordo bene che i cortei funebri, svoltando da corso Regina, attraversavano questo ponte, percorrevano un breve tratto di via Reggio e poi tutta via Catania, via dei funerali per antonomasia, dotata di una corsia centrale alberata per i carri funebri, giungendo infine all’ingresso principale del Cimitero Monumentale.
Salve Rodolfo,
la sua osservazione non fa una grinza. Per questo articolo io non ho fatto ricerche d’archivio, ma ho consultato questo testo: Angia Sassi Perino – Giorgio Farraggiana, I ponti di Torino, Edizioni del Capricorno 2002. Nel libro il ponte delle benne è identificato proprio con il ponte di Corso Regio Parco. Ma può essere benissimo che i cortei funebri passassero anche dal ponte Rossini come lei ha ricordato.
Un saluto!