Il 12 giugno 1804 (23 pratile anno XXII secondo il calendario rivoluzionario) Napoleone Bonaparte, affiancato dal segretario di stato Hugues Maret, firmava il “Décret impérial sur les sépultures”, conosciuto anche come “Editto di Saint-Cloud”. Infatti fu a una decina di km da Parigi, nel Castello di Saint-Cloud (residenza favorita dell’imperatore oggi distrutta), che venne vergato il documento. Si sanciva così a tutti gli effetti la nascita dei cimiteri moderni e si regolava una volta per tutte la pratica delle sepolture.
(PS: per la cronaca, nel castello nacque il 27 agosto 1669 Anna Maria d’Orleans, sposa di Vittorio Amedeo II di Savoia e prima Regina di Sardegna. In Villa della Regina a Torino è conservata un’enorme veduta del palazzo, che Anna portò con sé a Torino in occasione delle nozze).
Le finalità dell’editto erano due. La prima era igienico-sanitaria: si rendeva necessario evitare di continuare a stipare i corpi dei defunti nelle chiese e la conseguente diffusione di orrendi olezzi e malattie. La seconda finalità era invece di tipo ideologico-politico: le tombe dovevano essere tutte uguali tra loro, nel rispetto del principio rivoluzionario di uguaglianza (ovviamente però fu consentito ai personaggi o alle famiglie illustri di avere in concessione dei terreni su cui costruire il loro sepolcro con monumento commemorativo annesso. Alla fine, nonostante i buoni propositi, i privilegiati riescono sempre, in ogni epoca, ad imporre i loro desideri).
L’editto di Saint-Cloud si suddivideva in cinque titoli:
- Delle sepolture e dei luoghi a loro dedicati
Si specificava il divieto di seppellire all’interno degli edifici sacri e dentro le mura delle città; i terreni dedicati alle sepolture dovevano essere situati fuori dalle città, in posizione elevata, a 35-40 metri di distanza dagli abitati, circondati da mura di cinta alte almeno 2 metri. Ogni sepoltura doveva essere individuale e di questa ne venivano date anche le dimensioni della fossa e la distanza tra questa e le altre. - Dell’istituzione dei nuovi cimiteri
Tra le altre cose, si precisava che con le nuove costruzioni, i vecchi cimiteri dovevano essere chiusi - Della concessione dei terreni
In questo titolo si affermava che potevano essere dati in concessione terreni per l’edificazione di tombe di famiglia, con annessi monumenti e cripte. - Della sorveglianza dei luoghi di sepoltura
E’ interessante notare che si prendeva in considerazione la presenza di culti differenti e che perciò all’interno dei cimiteri dovevano esserci settori dedicati con il loro ingresso separato. Si doveva inoltra vigilare affinché si evitasse qualunque atto contrario al rispetto della memoria dei morti. - Delle pompe funebri
Si regolavano infine le modalità di trasporto dei defunti, gli ornamenti, eccetera.
L’editto, esteso all’Italia il 5 settembre 1806, ispirò ad Ugo Foscolo la stesura del carme “Dei Sepolcri” nello stesso anno, che venne poi dato alle stampe nel 1807.
Frontespizio “Dei Sepolcri”
I principi del documento napoleonico sono gli stessi che ritroviamo nel regolamento del Monumentale di Torino quando venne aperto al pubblico nel 1829.
Potete leggere il testo integrale dell’editto in francese a questo link.